l numero delle uova può variare da un minimo di 1 ad un massimo di 18 per covata, ma ciò dipende molto dalla specie e all’età della tartaruga (generalmente si contano da 4 a 6 uova per covata).
Anche le dimensioni, il peso e la forma delle uova variano da esemplare a esemplare senza una regola precisa.
Le uova delle tartarughe terrestri (testudo hermanni e testudo greca) non sono sferiche, misurano mediamente 40 x 30 mm con un peso medio di 20 grammi (le misure e il peso indicato possono variare del 20% in più o in meno in base all’aerale di provenienza, sottospecie di appartenenza ed età della tartaruga).
A deposizione ultimata vi sono due possibilità per l’incubazione.
La prima scelta è lasciare le uova interrate affidandole a madre natura. Questo comporta inevitabilmente ad una selezione naturale circa la percentuale di schiusa (un certo numero di uova sicuramente non completeranno lo sviluppo embrionale).
Con questo metodo la schiusa avverrà a circa novanta giorni dalla deposizione.
La seconda scelta è optare per l’incubazione artificiale e la schiusa avverrà già a partire dal cinquantacinquesimo giorno.
Un aspetto molto importante da tenere presente per scegliere se optare per l’incubazione naturale o per l’incubazione artificiale è la percentuale di maschi e di femmine che si vuole ottenere.
Come molti altri rettili, anche per le tartarughe il sesso viene determinato in base alla temperatura media di incubazione delle uova.
Tra i 28 ° e 31° C si avranno quasi esclusivamente maschi tra i 32° C e i 33 °C si avrà la quasi totalità di femmine. Temperature più basse di 25° C o più alte di 34° C comporteranno la morte dell’embrione per la quasi totalità delle uova.
A mio parere, se si abita nelle regioni più al sud italia (dal Lazio in giù), è preferibile lasciare le uova interrate in quanto si avrà il giusto rapporto maschi/femmine e nel contempo si avrà una prima selezione naturale con la nascita dei soli esemplari più forti.
Nel caso si abiti in regioni più al nord italia (per esempio il Veneto dove abito io) è preferibile optare per l’incubazione artificiale in quanto dalla covata lasciata sul terreno, essendo le temperature medie troppo basse, verranno alla luce tutti maschi (infatti nel mio paese che è Cavarzere, molti proprietari di tartarughe hanno un rapporto maschi/femmine sbilanciatissimo).
Se si opta per l’incubazione artificiale, prima di raccogliere le uova, sarà necessario allestire una incubatrice.
Per gli amanti del fai da te, nelle varie rubriche che si trovano in internet, è descritto come costruirsene una in modo semplice ed economico.
Per chi non fosse pratico o non avesse tempo a sufficienza per assemblare l’incubatrice consiglio di acquistarne una economica, fabbricata per uova di volatili, che viene venduta comunemente in ogni consorzio agrario.
Io ho acquistato, al prezzo di 135 euro i.v.a. inclusa, l’incubatrice “Novital covatutto 24 eco” senza il gira uova (optional necessario solo per le uova di uccello) in quanto le uova di tartaruga non vanno mai girate.
Se ben disposte, l’incubatrice può contenere una quarantina di uova.
L’incubatrice è provvista di regolazione manuale della temperatura (un giro completo, in senso orario o antiorario, della vite posta sul coperchio, corrisponde a un grado °C in più o in meno) ed è tarata dalla fabbrica alla temperatura che serve per le uova di gallina, pertanto è necessario munirsi di un economico termometro digitale con sonda, in modo da regolare, girando lentamente la vite, la temperatura adatta per le nostre uova di tartaruga.Preparata l’incubatrice si passa alla fase di prelievo delle uova dal terreno, l’operazione deve essere effettuata molto delicatamente, con un cucchiaio, asportando poco terreno per volta, in modo tale da scongiurare ogni possibilità di rottura delle uova.
Durante la raccolta ogni uovo andrà segnato sulla sommità con una matita morbida (tipo HB, meglio 1B o 2B), in modo tale che ogni successivo spostamento avvenga senza che le uova possano essere erroneamente girate nel verso sbagliato.