no è un ovoviviparo.
eccoti la descrizione più dettaglaita.Classe: Rettili
Ordine: Squamati
Famiglia: Viperidi
Specie: Vipera aspis
Dimensioni : raramente supera i 70 cm
DESCRIZIONE: Corpo piuttosto tozzo e coda corta; testa larga triangolare, con la punta del muso rivolta verso l'alto, occhio con pupilla verticale, squame dorsali fortemente carenate; sempre presenti due file di squame sottoculari. Colore bruno alquanto omogeneo ma con moltissime variazioni come striature dorsali o macchie ovali. Come tutti gli appartenenti alla famiglia dei Viperidi possiede due lunghi denti del veleno comunicanti con la ghiandola del veleno. Tali denti cavi internamente sono, in posizione di riposo, ripiegati all'indietro contro il palato. A momento del morso scattano in avanti formando un angolo retto con la mascella e penetrano in profondità iniettando il veleno.
ALIMENTAZIONE: Non si nutre sempre con il medesimo ritmo: è vorace dopo il risveglio a primavera e all'inizio della brutta stagione; nei mesi intermedi si alimenta a intervalli di due o tre giorni, se costretta può digiunare senta risentirne per mesi. Gli adulti si nutrono prevalentemente di roditori ma anche uccelli nidificanti sul terreno. La vipera ha molti nemici: il più acerrimo è sicuramente il riccio. HABITAT: Vive negli ambienti più disparati: dalle macchie e dalle pinete costiere, alle zone umide e rocciose purchè esposti alla luce e ricchi di nascondigli.
RIPRODUZIONE L'accoppiamento avviene tra aprile e maggio in rapporto alle condizioni climatiche. I maschi vanno in cerca delle femmine e di rivali si esibiscono in danze rituali di combattimento. La femmina, ovovivipara, dopo 4 mesi dall'accoppiamento partorisce fino a 12 piccoli completamente formati, i parti generalmente avvengono sopra cespugli di conseguenza i piccoli cadono direttamente sul terreno.
COMPORTAMENTO: Di indole mite e lenta nei movimenti, conduce vita diurna o parzialmente notturna. Non aggredisce se non disturbata, se provocata risponde con velocità fulminea scattando fino a 20-30 cm conficcando i denti del veleno profondamente nelle carni lasciando i classici due punti come segno sulla pelle. La gravità del l'avvelenamento dipende dal punto in cui sono stati conficcati i denti. In inverno sospende la sua attività ritirandosi in tane scavate in precedenza da qualche roditore o in cavità sotto lepietre.